Salute e sicurezza sul lavoro: come affrontare la nuova ondata di coronavirus in azienda
Cosa devono fare le aziende per fronteggiare l’espandersi del contagio da COVID-19? Quali sono le misure da prendere per garantire la sicurezza aziendale e assicurare il benessere dei propri lavoratori?
Rispondiamo a queste domande nelle prossime righe, basandoci su quanto disposto dal Ministero della Salute.
Sicurezza dei lavoratori: le misure basiche per proteggersi anche in azienda
Oltre a indossare la mascherina e altri dispositivi di protezione individuale dove necessario, è obbligatorio igienizzare le mani e seguire determinate regole di cui parleremo in seguito.
I datori di lavoro, inoltre, devono
- informare i lavoratori e chi entra in azienda delle disposizioni di sicurezza anti-COVID,
- regolamentare l’ingresso di lavoratori, collaboratori, clienti, fornitori e altre figure che devono entrare nella struttura,
- pulire e sanificare i diversi locali aziendali frequentati dalle persone,
- imporre a chi è in azienda di seguire le regole sull’igiene e la protezione personale,
- regolamentare l’accesso agli spazi comuni,
- continuare la sorveglianza sanitaria con il medico competente.
Pulizia e sanificazione in azienda: le norme sull’igiene
L’azienda deve pulire ogni giorno e sanificare periodicamente gli ambienti e le postazioni di lavoro. È prevista una sanificazione straordinaria alla riapertura nelle aree con maggiore presenza della pandemia e dove in azienda si sono registrati casi sospetti di COVID-19.
È obbligatorio per tutti, inoltre, igienizzare le mani con appositi detergenti, indossare la mascherina e altri dispositivi di protezione (guanti, camici, occhiali, tute e cuffie) quando richiesto.
Come comportarsi negli spazi aziendali comuni?
Gli spazi comuni sono le aree fumatori, le mense, gli spazi attorno ai distributori di bibite e snack, e altri. Qui l’ingresso deve essere contingentato e la distanza tra le persone deve essere di almeno un metro.
Entrare e uscire dall’azienda: suggerimenti sul metodo migliore
È bene che gli orari di ingressi e uscite siano scaglionati, così da evitare possibili contatti negli spazi comuni.
Dove è possibile, è raccomandato diversificare le porte di entrata (oltre le quali va posto il detergente igienizzante per le mani) e di uscita.
Per quanto riguarda gli spostamenti interni all’azienda, questi devono essere limitati al minimo indispensabile e rispettare le direttive aziendali.
Le riunioni sono in presenza solo se necessario e con il numero minimo di persone. Eventi e attività formative possono realizzarsi solo in videoconferenza.
Cosa succede quando c’è un caso sintomatico in azienda?
La persona che sviluppi sintomi da contagio di COVID-19 deve comunicarlo immediatamente alle persone responsabili nell’ufficio personale. Il soggetto e gli altri contatti presenti vanno isolati.
L’azienda procede avvertendo le autorità sanitarie competenti e collaborando nell’identificazione dei contatti stretti.
Ecco cosa succede se non si rispettano le misure anti-COVID
Quando in azienda non vengono rispettate le norme di sicurezza sul lavoro in relazione all’attuale pandemia, sono previste delle sanzioni. Il rispetto delle misure contro il contagio da COVID-19 è un obbligo definito dal Protocollo per la Sicurezza, firmato da Governo e Sindacati, e divenuto linee guida dell’INAIL.
I datori di lavoro e le persone che non dovessero rispettare le regole sono passibili di sanzioni penali e amministrative:
- da 400 a 3.000 euro di multa,
- sospensione per un determinato periodo dell’attività,
- arresto da 2 a 4 mesi per l’imprenditore o ammenda fino a oltre 6.500 euro se questo non fornisce i dispositivi di protezione individuale idonei e necessari,
- arresto da 3 a 6 mesi o multa fino a oltre 7.000 euro se il datore non assicura adeguati livelli di protezione.
Le conseguenze penali di eventuali trasgressioni sono previste nel Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (adottato con decreto legislativo 9 aprile 2008 numero 81).
Sottolineiamo che la responsabilità penale del datore di lavoro riguarda i dipendenti, ma anche soggetti terzi, come clienti e fornitori.