COVID-19: cosa fare se i dipendenti rientrano dall’estero?
Quando è necessario viaggiare in paesi stranieri per lavoro o per ricongiungimento famigliare, cosa devono fare i dipendenti e collaboratori che rientrano in Italia?
Tra meno di un mese, inoltre, è Natale ed è possibile che i parenti residenti all’estero tornino per trascorrere le feste con la famiglia. In questo caso ci possono essere contatti con persone contagiate.
Chi entra in Italia dall’estero, allora, come si deve comportare? Sono necessari tampone e quarantena? Vediamolo insieme.
Il rientro in Italia
In questo periodo segnato dalla pandemia da Coronavirus il Ministero degli Esteri raccomanda ai cittadini italiani di non fare viaggi all’estero, se non per ragioni di necessità e urgenza. Data la situazione nei paesi dell’Unione Europea, inoltre, è possibile che nei prossimi giorni aumentino le restrizioni, creando non pochi problemi a chi volesse rientrare in Italia.
Per chi fosse all’estero e volesse rientrare nel nostro paese è innanzitutto necessario compilare l’Autodichiarazione Giustificativa per l’Ingresso in Italia dall’Estero in cui si dichiara
- di essere consapevoli delle misure di contenimento del contagio da COVID-19 precisate nei decreti del presidente del Consiglio,
- di non essere positivi al coronavirus,
- di aver osservato 14 giorni di isolamento dall’ultima data nella quale si presentavano sintomi e di non essere più sottoposto a misure di quarantena da parte delle autorità locali” in caso di positività
- e altri dettagli.
Persone rientrate dall’estero: cosa fare se compaiono sintomi mentre si è in Italia?
La prima cosa da fare è avvertire il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL). Se i sintomi sono gravi, è necessario contattare il numero di emergenza 112.
Oltre a indossare la mascherina e altri dispositivi di protezione, se la persona accusa sintomi da contagio da COVID-19 è bene che si trasferisca in una stanza singola, così da isolarsi ed evitare il contatto con altre persone.
È raccomandato di osservare tutte le norme di sicurezza e prevenzione, e di essere reperibili per le attività di sorveglianza sanitaria.
Quali sono i Paesi con limitazioni e da cui al rientro è obbligatorio il periodo di quarantena?
- San Marino e Città Del Vaticano non presentano limitazioni.
- L’ingresso in Italia da Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia (incluse isole Svalbard e Jan Mayen), Svizzera, Andorra, Principato di Monaco è consentito senza alcun obbligo di motivazione o isolamento al rientro.
- Chi rientra da Belgio, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Repubblica Ceca, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Regno Unito (inclusi isole del Canale, Gibilterra, isola di Man e basi britanniche nell’isola di Cipro ed esclusi i territori al di fuori del continente europeo) deve comunicare al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria locale l’ingresso in Italia, presentare l’autodichiarazione e il risultato del tampone molecolare o antigenico negativo, eseguito nelle 72 ore precedenti, oppure sottoporsi al test all’arrivo nel nostro paese.
- Chi rientra da Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Romania, Ruanda, Repubblica di Corea, Tailandia, Tunisia, Uruguay non ha limitazioni, ma può sottoporsi spontaneamente a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria di 14 giorni.
- È vietato il rientro da Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana, Kosovo, Montenegro, Colombia.
Le eccezioni sono consultabili nei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 agosto, 7 settembre e 13 ottobre 2020 e nelle Ordinanze del Ministro della Salute 12 agosto, 21 settembre e 7 ottobre 2020.
Le singole Regioni possono decidere di imporre obblighi straordinari per chi proviene da determinati stati esteri.
Quando è vietato l’ingresso in Italia?
Non è permesso entrare nel territorio nazionale se la persona
- è risultata positiva al COVID-19 nei 14 giorni precedenti al viaggio,
- presenta febbre superiore a 37,5°,
- ha difficoltà respiratorie o tosse recente,
- ha perso improvvisamente l’olfatto o il gusto,
- presenta raffreddore, mal di gola o diarrea,
- ha avuto contattai stretti con un’altra persona positiva al coronavirus,
- ha soggiornato nei 14 giorni antecedenti il rientro in paesi a rischio.
Possono rientrare in Italia i cittadini UE/ITALIANI/Schengen, ma devono trascorrere la quarantena obbligatoria.