Catena della sopravvivenza: cos’è e quando si applica
Il concetto di “catena della sopravvivenza” è alla base di una delle procedure di sicurezza sul lavoro più trasversali e diffuse, in quanto concerne il comportamento e le azioni da eseguire qualora una persona perda i sensi (es. arresto delle vie respiratorie, arresto cardiaco).
Tuttavia, spesso ci sono perplessità e dubbi su come la catena della sopravvivenza venga applicata: in questo articolo proponiamo una breve guida.
Che cosa è la catena della sopravvivenza?
La “catena della sopravvivenza” è un processo progettato per guidare e ottimizzare l’intervento in situazioni di emergenza medica.
Si parla di catena in quanto è costituita da una serie di fasi interconnesse, ciascuna delle quali svolge un ruolo fondamentale nel massimizzare le probabilità di sopravvivenza di una persona colpita da un grave trauma.
Perché si tratta di una procedura importante?
Perché permette di contenere i danni causati da traumi di varia natura, trovando applicazione in svariati contesti, anche nel caso di disturbi cardiovascolari improvvisi, ad oggi responsabili di circa 60.000 decessi ogni anno solo in Italia.
Quali sono i quattro anelli della sopravvivenza?
Vediamo di seguito i cosiddetti “anelli” della catena di sopravvivenza.
1. Chiamata di emergenza
Il primo step della catena entra in gioco appena dopo il riconoscimento della situazione di emergenza e prevede la chiamata al 112, in modo da allertare le autorità competenti circa l’accaduto.
La chiamata deve essere tempestiva, chiara e concisa, illustrando la posizione della persona in questione e la ragione della chiamata: una volta definita la situazione – anche senza avere un’idea chiara dell’origine del malore – l’operatore del 112 può fornire indicazioni su come procedere.
N.B. In questa fase è importante che i soccorritori, oltre ad aiutare la persona, agiscano in piena sicurezza.
2. Massaggio toracico
Sempre in accordo con le indicazioni dell’operatore del 112, si rientra in quanto previsto dal protocollo del BLS (Basic Life Support): determinata la presenza o meno di funzioni vitali nella persona, il soccorritore deve assicurarsi che le vie aeree non siano ostruite da corpi estranei e quindi iniziare la manovra di rianimazione cardiopolmonare tramite compressioni toraciche.
N.B. il massaggio cardiaco è una procedura relativamente semplice ed eseguibile da tutti, ma richiede comunque un minimo di preparazione e formazione.
3. Defibrillazione rapida
Il terzo anello della catena della sopravvivenza riguarda l’evenienza di un arresto cardiaco dovuto a una fibrillazione ventricolare. In questo scenario, il solo massaggio cardiaco non è più sufficiente, ma si rende necessario l’utilizzo del defibrillatore. Questo, tuttavia, può essere utilizzato solo da persone che abbiano seguito un corso di formazione BLSD.
4. Monitoraggio del paziente
Con l’arrivo in loco del team di soccorritori (es. ambulanza), il personale dell’azienda si limita al “passaggio di consegna”, lasciando campo libero ai paramedici e mettendosi a disposizione per eventuale assistenza.
Quando si applica la catena di sopravvivenza
La catena della sopravvivenza è un modello che trova applicazione in una vasta gamma di scenari. Ecco alcune delle sue principali applicazioni pratiche:
- Incidenti cerebrovascolari. In caso di ictus, il riconoscimento precoce dei sintomi e il trasporto tempestivo in un centro specializzato sono fondamentali per ridurre al minimo il danno cerebrale.
- Traumi gravi. Pensiamo agli incidenti automobilistici o a simili tipologie di incidente che possono verificarsi sul posto di lavoro: la catena della sopravvivenza consente di contenere i danni e di massimizzare le possibilità di recupero dell’infortunato.
- Allergie anafilattiche. In caso di reazioni allergiche gravi o anafilassi, il trattamento immediato con epinefrina e il ricorso a cure mediche avanzate risultano essenziali.
- Emergenze ambientali. In situazioni di catastrofi naturali o incidenti industriali, la catena della sopravvivenza può guidare la risposta di emergenza, incluso il soccorso sul campo, l’evacuazione e il trattamento medico.
Questi sono solo alcuni esempi delle applicazioni pratiche della catena della sopravvivenza. In ogni caso, l’obiettivo è fornire un intervento rapido ed efficace per massimizzare le probabilità di sopravvivenza e il recupero delle persone infortunate.
L’importanza di una formazione professionale
La catena della sopravvivenza è un concetto fluido, che deve essere adattato all’ambiente in cui viene applicato.
Resta di importanza centrale la preparazione del personale: sia creando una cultura della sicurezza diffusa e riconosciuta, sia tramite corsi di formazione teorici e pratici.
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