Rientro al lavoro dopo la guarigione da Covid-19: come e quando avviene?
Cosa accade quando il lavoratore rientra dopo essere guarito dal Covid-19?
In questo articolo cercheremo di rispondere nei dettagli a questa e ad altre domande, suddividendo le persone in positivi ricoverati in ospedale, sintomatici e asintomatici e altre fattispecie come la positività a lungo termine e il contatto stretto con positivo, secondo la circolare 15127 del Ministero della Salute, datata 14 aprile 2021, e rispetto all’attuale normativa nazionale, oltre al “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro” del 6 aprile 2021.
La riammissione al lavoro dopo l’assenza per malattia Covid-19 correlata
Innanzitutto, per poter rientrare al lavoro, il dipendente o collaboratore deve presentarsi con il tampone negativo. Nei casi in cui il malato fosse stato ricoverato in ospedale, è necessaria anche la visita del medico competente. In tutti i casi è previsto il rispetto della quarantena e per chi dovesse prolungarsi la positività, il datore di lavoro può valutare il ricorso alla modalità di lavoro agile.
Quando il lavoratore positivo ha presentato sintomi gravi ed è stato ricoverato
Se un contagiato da Covid-19 presenta polmonite o infezione respiratoria acuta grave, è possibile che la capacità polmonare resti ridotta in seguito alla guarigione e che sia necessario sottoporsi a fisioterapia respiratoria. In questi casi, e ancor più quando il malato è stato ricoverato in terapia intensiva, il reinserimento al lavoro prevede, oltre al test negativo, anche la visita del medico competente, prevista dal decreto legislativo 81/08 e simili, per accertare l’idoneità alla mansione precedente e valutare eventuali rischi.
Tutto questo prescinde dal numero dei giorni in cui il lavoratore è stato assente per malattia.
Cosa devono fare i lavoratori che sono stati positivi sintomatici?
I lavoratori risultati positivi da SARS-CoV-2 e che presentano i sintomi della malattia possono rientrare al lavoro
- dopo un isolamento di almeno 10 giorni da quando sono comparsi i sintomi,
- con test molecolare negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza presentare sintomi.
Se i lavoratori sono stati positivi al Covid-19, ma senza sintomi
Chi ha avuto il coronavirus, ma non ha presentato sintomi (pazienti asintomatici), deve attendere 10 giorni di isolamento dalla certificata positività e il successivo tampone molecolare negativo, il cui risultato deve essere inviato (in forma cartacea o telematica) al medico competente, che provvede a comunicarlo al datore di lavoro.
Se sono presenti uno o più casi positivi conviventi?
Quando un lavoratore dovesse risultare negativo, ma nel proprio nucleo familiare convivente fossero presenti casi di positività, questi non sono considerati casi stretti e per questo non è previsto il periodo obbligatorio di quarantena.
Contatti stretti con positivi
Quando è confermato che il lavoratore è venuto in contatto stretto con una persona positiva al Covid-19, prima di tornare al lavoro è necessaria una quarantena di 10 giorni e un successivo test molecolare negativo.
Quando si è stati positivi per un lungo periodo, cosa fare per rientrare al lavoro?
Un lavoratore positivo a lungo termine, cioè con tamponi molecolari continuamente positivi, può interrompere l’isolamento dopo 21 giorni da quando sono comparsi i sintomi.
Per rientrare al lavoro, però, il lavoratore positivo a lungo termine deve avere un test molecolare o antigenico negativo eseguito in una struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario. Il referto deve essere inviato, in forma cartacea o telematica, al datore di lavoro attraverso il medico competente, se presente, il quale non è necessario esegua la visita medica.