Medico competente: i suoi compiti in quattro eventualità nel periodo COVID
Abbiamo parlato di COVID-19, della sicurezza nelle aziende e del ruolo del medico competente, ma oggi affronteremo un argomento delicato che riguarda tutti questi temi: quali sono le funzioni di questa figura professionale in caso di infortunio professionale da COVID, vaccinazione come parametro di salute per valutare le mansioni, lavoratori fragili e il COVID visto come rischio biologico occupazionale.
Un tema attuale e molto discusso riguarda la campagna vaccinale, avviata per contrastare il contagio e la diffusione della pandemia da COVID-19.
Nelle aziende cosa sta accadendo? Come il datore di lavoro deve affrontare e gestire la vaccinazione nella realtà aziendale? E qual è il ruolo del medico competente?
Contagio del lavoratore e infortunio professionale: cosa deve fare il medico competente aziendale?
Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, ma è bene sottolinearlo anche adesso. Le chiare indicazioni sulla correlazione tra COVID-19 e infortunio sul lavoro ce le offre il Decreto Legislativo n°18 del 17 marzo 2020:
- il medico competente deve valutare con altre figure, indicate per tutelare la sicurezza in azienda (datore di lavoro, responsabile del servizio prevenzione e protezione, RLS), se e quanto la vaccinazione può essere considerata un altro dispositivo di protezione individuale,
- il medico competente può inoltre fornire all’INAIL tutte le informazioni sul nesso di causa tra infezione e attività lavorativa, oltre ai dati sullo stato vaccinale del lavoratore.
Vaccinazione anti-COVID: parametro di salute occupazionale?
Può il fatto di vaccinarsi contro il contagio da COVID-19 essere considerato un parametro di salute occupazionale in azienda?
Ciò è auspicabile, ma non prescritto, in quanto il vaccino non è obbligatorio.
In questo caso il medico competente è essenziale per formare e informare il datore di lavoro e i dipendenti sulle norme di sicurezza per fronteggiare il contagio, sulla gestione degli eventuali lavoratori contagiati e altri argomenti inerenti alla pandemia e alla sua influenza nella gestione del lavoro.
Può il COVID essere considerato un rischio biologico occupazionale?
È possibile che in alcuni casi l’infezione da COVID-19 sia valutata come rischio biologico occupazionale. Questo per tutelare la sicurezza e la salute del lavoratore interessato o di eventuali terze persone coinvolte.
Se in questo caso non esiste un pronunciamento normativo ad hoc, il medico competente può definire il COVID come rischio biologico nel luogo di lavoro, secondo un criterio di analogia medico-legale.
Suscettibilità al rischio di contagio da COVID: cosa deve fare il medico competente?
In azienda possono essere presenti persone che per fattori ambientali o individuali sono maggiormente suscettibili al rischio di contagio da COVID-19, ad esempio i soggetti fragili.
In questi casi il medico competente può valutare l’idoneità e la destinazione lavorativa del lavoratore interessato, oltre che indicare al SSN particolari priorità vaccinali.
Per quanto riguarda i soggetti fragili, la vaccinazione può essere considerata valida per far decadere il giudizio di fragilità del lavoratore. Questa valutazione spetta al medico competente.
È bene sottolineare che la vaccinazione con titolo anticorpale protettivo non deve escludere o sostituire le misure di contenimento come i dispositivi di protezione individuale e le varie procedure di tutela della sicurezza in azienda.